Ho conosciuto l’uva Albarossa nel settembre del 2004, me ne sono subito innamorato.
L’acino piccolo, la buccia spessa e croccante che spremuta mi ha impiastricciato le dita di un colore violaceo intenso come l’inchiostro. Era una novità dolcissima.
Masticandone la buccia ho percepito la ricchezza dei tannini. Da enotecnico ne ho capito la potenzialità, data l’alta percentuale di buccia in relazione alla polpa, per produrre un vino di grande struttura, concentrazione e longevità.